Gli esperti informatici di Michele Di Salvo

Cosa farebbe di fatto la rete di computer spontaneamente interconnessi tra tutti i “cercatori” di bitcoin? Quali sono le masse di dati da decrittare per cui servono tanti computer che nonostante tutto lavorano così lentamente? A queste domande alcuni informatici avrebbero iniziato a rispondere ipotizzando che i “pacchetti” che i minatori di tutto il mondo si sarebbero uniti per decifrare, per cercare gli agognati BitCoin altro non sarebbero – a giudicare dai tipi di algoritmo – che i dati cifrati raccolti in oltre 12 anni di intercettazioni illegali e adesso riuniti nello Utah Data Center da parte della Nsa. Sarebbe, secondo gli esperti, l’unica massa di dati al mondo che richiederebbe uno sforzo informatico di decifrazione così imponente da coinvolgere una forza stimata in oltre 180mila computer.

Questo è un estratto di un articolo scritto da @Michele Di Salvol’articolo, oltre ad essere finito sul suo blog personale, è stato riportato anche da alcune testate di ampio pubblico come l’Unità e Huffingtonpost.it.

Nel testo non è riportata alcuna fonte, ragion per cui non c’è modo di andare a contattare chi originariamente possa aver scritto queste cose. Sorge il dubbio che quanto scritto sia frutto della fantasia di Michele, o meglio, il risultato di una ricerca poco attenta e di una comprensione solo epidermica del sistema Bitcoin.
Senza ancora entrare nel merito di quanto scritto, si può affermare che il testo in questione ci mette di fronte ad una fallacia logica piuttosto abusata:
il Ricorso ad un’autorità non identificata. E cioè:

Una variazione comune del tipico errore del Ricorso all’autorità è un Ricorso ad un’autorità sconosciuta. Questo errore è conosciuto anche come un Ricorso ad un’autorità non identificata. Questo errore viene commesso quando una persona asserisce che un’affermazione sia vera perché un esperto o un’autorità fa l’affermazione e questi non identifichi l’esperto. Poiché l’esperto non viene nominato o identificato, non c’è modo di dire se la persona sia davvero un esperto. A meno che la persona sia identificata e la sua esperienza sia stabilita, non c’è ragione di accettare l’affermazione.
Questo tipo di ragionamento non è inusuale. Tipicamente, la persona che fa l’affermazione dirà cose come “ho un libro che dice…”, o “dicono…”, o “gli esperti dicono…”, o “gli scienziati credono che…”, o “ho letto sul giornale…” o “ho visto in TV…” o qualche frase simile. In questi casi la persona spesso spera che gli ascoltatori semplicemente accettino la fonte non identificata come un’autorità legittima e credano all’affermazione che viene fatta.
Se una persona accetta la tesi semplicemente perché accetta la fonte non identificata come un esperto (senza una buona ragione per farlo), è caduto preda di questo errore.

Riguardo invece al contenuto dell’articolo suggeriamo, per comprendere nei dettagli il funzionamento di Bitcoin come sistema e affrancarsi da giudizi poco approfonditi, la lettura di quanto segue:

Per farla breve: I calcoli effettuati sono fini a se stessi.
Non vengono presi dati da fonti terze esterne al sistema, né raccolte tramite canali nascosti non identificabili.
Quando parliamo di Bitcoin parliamo di un progetto open source.
Il codice è visibile qua, e non lascia spazio né a segreti, né a complotti.

Open source (termine inglese che significa codice sorgente aperto), in informatica, indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono e favoriscono il libero studio e l’apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti.

Non parliamo quindi di una scatola nera, di qualcosa che richieda un qualche accesso privilegiato da parte di entità superioriIl codice e le operazioni che vengono fatte sono pubblicamente visibili e documentate da quando il progetto è nato, nel 2009. Parliamo di specifiche che vengono lette, scrutinate e utilizzate ogni giorno da chi si occupa dell’aspetto del mining di Bitcoin.
Per fare una similitudine, quanto sostenuto da Michele non sarebbe diverso dal dire che – secondo alcuni esperti – certe oscure operazioni fatte dal kernel di Linux permetterebbero alla NSA di raggiungere l’obiettivo X.

Siamo convinti che, se anche lo si fa di mestiere, non c’è bisogno per forza di scrivere su tutto. Di argomenti di cui parlare ce ne sono tanti.
Questo è un caso di disinformazione, e probabilmente manifesta un certo disinteresse non solo verso il proprio lavoro, ma anche nei confronti delle proprie responsabilità di fronte ad un pubblico che sempre meno si preoccupa di interrogarsi sull’autenticità di certe affermazioni.

Scritto da Franco e revisionato da Umberto.