Blockchain Watch: c’è sempre bisogno di tempo
Come si dice spesso, scherzando, nella community, “un mese nel Bitcoin è come un anno nel mondo reale”.
Questa compressione temporale sembra riflettersi anche sul tasso di cambio: la scorsa settimana, per la precisione il 14 Gennaio, il Bitcoin ha toccato un nuovo minimo storico nella sua tendenza, arrivando a circa 152 dollari su Bitstamp e di fatto dimezzando il picco a 305 che si era visto qualche giorno prima (il 9 per la precisione).
Traduciamo liberamente il punto di vista di un utente Reddit, il quale in questo thread ha raccontato perché, chi crede nel Bitcoin, deve avere ancora un po’ di pazienza:
“Sono triste nell’aver visto il prezzo del bitcoin scendere per oltre un anno. Nonostante questo, mi sento fortunato per essere testimone della terza rivoluzione nella mia vita fino ad oggi. Perché queste rivoluzioni sono sempre così lente? La cosa divertente è che poi, una volta che si sono compiute, tutto sembra essere stato veloce. Lasciatemi raccontare le altre due rivoluzioni.
Quando avevo 17 anni la mia scuola fu abbastanza lungimirante da avviare una classe per insegnare programmazione su personal computer. Negli anni immediatamente precedenti i computer erano diventati meno voluminosi e più economici. Così economici che qualcuno poteva permettersi di comprarne uno per conto suo. Questi computer li conosciamo come Personal Computer o PC. Mi sono iscritto alla classe, curioso com’ero delle cose tecniche, e non ci volle molto perché potessi riconoscere l’incredibile potenziale che questi PC potevano avere. Sei mesi dopo decisi di non studiare astronomia, la mia grande passione, ma piuttosto Computer Science (scienze informatiche). In retrospettiva è stata una buona scelta di carriera, in quanto dopo trent’anni tutti vanno in giro con un PC nella propria tasca (lo chiamiamo smartphone).
La seconda rivoluzione fu Internet. Ci sono due rivoluzioni con questo nome, la seconda è Internet come la più grande “killer application” mai inventata, il World Wide Web (WWW). Quando gran parte delle persone parlano di Internet, intendono il WWW. Potreste controbattere che andrebbero considerati separatamente, ma Internet conteneva già la promessa di un WWW.
La prima volta che conobbi Internet era nei giorni della fusione fredda del 1989 (chi si ricorda?)(qui altre informazioni – NDT). Da studente collaboravo come assistente, e nella sala docenti se ne parlava molto. Tra noi c’era una persona che aveva accesso “all’Internet” e aveva sempre le ultime notizie che gli esseri mortali come me potevano leggere sui giornali due giorni dopo. L’anno dopo ho iniziato il mio PhD, che significava accessibilità quotidiana ad Internet e una luccicante casella di posta elettronica personale. Questa rivoluzione mi travolse. Erano i giorni di telnet, ftp, mail, archie e Usenet. Non dimenticherò mai la ricerca di un determinato file con Archie (uno strumento di ricerca per file su altri computer) trovandolo su di un computer in Australia. La pura azione di entrare in quel computer dall’altra parte del nostro pianeta, e ricevere subito quel file sul mio computer, era esaltante.
Qualche anno dopo il primo ISP (adeguatamente chiamato xs4all, esiste ancora) fu lanciato in Olanda. Da quel momento in poi mi è stato possibile accedere ad Internet da casa! È bastato comprare un modem, così potevo fare a casa le stesse cose che facevo al lavoro. Come inviare email. Mi immagino ancora a scrivere un’email, connesso telefonicamente ad Amsterdam. Non era economico. Era fragile (se cadeva la connessione il testo era perduto). Gli scettici dicevano “perché non inviare un fax? Chi ha un’indirizzo email? Perché non fare una semplice telefonata?” E ovviamente avevano ragione. Ma internet poteva fare molto, molto di di più! Pensavo che sarebbe diventato più pratico, più user-friendly.
E lo fece.
Nel 1994 qualcosa di nuovo apparve. Era Mosaic, un programma che permetteva di vedere pagine con testo e immagini che erano memorizzate su un altro computer. Fu questo l’inizio del World Wide Web e in pochissimi anni moltissimi servizi come FTP, Archie e Usenet migrarono sul WWW. Questo rese Internet veramente “user-friendly”.
Questa cosa diventerà enorme, pensai. Una volta, ad una festa, misi un PC a disposizione dei miei amici per fargli provare il WWW. Mi entusiasmai vedendo per la prima volta un indirizzo web su un furgone. E finii per lavorare in una società che sviluppa applicazioni per il web.
Verso la fine di Ottobre 2013 ho guardato seriamente nel Bitcoin per la prima volta. Ne avevo sentito parlare uno o due anni prima, ma non avevo prestato attenzione. Poi lo feci e subito realizzai che QUESTO sarebbe stato qualcosa di grande. Perché?
Internet aveva reso informazioni e software distribuibili globalmente e immediatamente disponibili. Ma un pezzo del puzzle mancava.
La fiducia. Se scambi valore con una controparte anonima, ti serve fiducia verso qualcuno che si pone nel mezzo. Se compri un libro presso la tua libreria locale, e paghi in contante, non c’è bisogno di fiducia. Scambi il contante per il libro in quel momento e in modo irreversibile. Ma se compri un libro su Amazon, hai bisogno di una controparte che si fidi di Amazon e di te, in un modo che tu e Amazon non dovete fidarvi uno dell’altro. In questo esempio la controparte è una società di carte di credito.
Questo vale anche per altre questioni, come il diritto di proprietà nel quale tutte e due le parti si affidano a un notaio (che è autorizzato dal governo). O per il denaro in sé. Il denaro è praticamente un diritto reclamabile su risorse future. Noi ci fidiamo delle banche centrali per credere che il denaro non perda il suo valore troppo in fretta. E il governo si fida delle banche centrali per credere che non acquisti valore troppo in fretta. Perché se lo fa, i debiti salgono in fretta, rendendo più difficile ripagarli. (Questa probabilmente è la ragione di tutto questo allarmismo sulla deflazione).
Adesso abbiamo il Bitcoin, dove non c’è alcuna fiducia verso una singola entità. Viceversa, la fiducia è distribuita su tutta la rete. Un concetto davvero rivoluzionario! E la forza del Bitcoin continua a crescere. Nel 2014 è diventato almeno 40 volte più potente. Quindi, mentre il prezzo di un bitcoin è sceso di due terzi, la rete Bitcoin è cresciuta enormemente. È notevole come differenti gruppi di persone, chi processa (i minatori) e gli speculatori, possano avere interessi così divergenti. Anche gli sviluppatori di software hanno lavorato come dei folli per migliorare le applicazioni sul Bitcoin, gli imprenditori per creare nuovi servizi sul Bitcoin, con i venture capitalist che inondano di milioni le startup.
Il genio è uscito dalla lampada, la rivoluzione seguirà il suo destino. E quando si sarà compiuta, tutti diremo di nuovo quanto sono andate velocemente le cose…”